19 Giugno 2023







La sesta giornata della nostra esperienza è iniziata alle 7 con la colazione a cui è seguita una sana camminata verso la scuola. Appena arrivati abbiamo subito iniziato con la formazione caratterizzata da momenti di gioco e confronto. 
Nel primo gioco i ragazzi sono stati divisi in due file cosicché ognuno avesse una persona davanti. L’attività consisteva inizialmente in una osservazione attenta della persona presente di fronte, in modo da notare ogni piccolo particolare. Successivamente una delle due file ha avuto il compito di girarsi così da lasciare il tempo alle persone rimanenti di cambiare da uno a cinque particolari presenti su di loro, come i gioielli, i lacci della scarpa o maglie e felpe. L’obiettivo per i ragazzi che non hanno potuto osservare mentre venivano cambiati i particolari, era quello di indovinarli tutti, osservando molto attentamente. Le due file successivamente hanno invertito i compiti, in modo che tutti riuscissero a svolgere l’attività da entrambe le prospettive.  
La parte più importante di questi piccoli giochi però sta nella discussione successiva tra i ragazzi su quello che essi trasmettono e insegnano. In questo caso il messaggio era chiaro: ciò che sembra una piccolezza può essere molto importante per gli altri; è essenziale, per trovare una soluzione comune, non tralasciare qualsiasi tipo di dettaglio. 

La seconda attività nascondeva sotto un velo di divertimento e risate l’importanza della collaborazione di fronte a un problema, che può comportare la rinuncia a un qualcosa di proprio, come in questo caso lo spazio personale. Essa consisteva nella divisione in un gruppo da 8 persone, posizionate in piedi su una coperta, 2 persone dietro a questa coperta e 2 davanti in lontananza. Essi rappresentavano rispettivamente una placca di ghiaccio, il vento che la faceva spostare in avanti e il sole che faceva sciogliere la placca mano mano che essa si avvicinava, facendo così restringere la coperta sulla quale gli 8 ragazzi dovevano rimanere senza posizionare nemmeno un piede fuori. I ragazzi hanno dovuto ingegnarsi per stare tutti sulla coperta, escogitando nuovi metodi per stringersi sempre di più come ad esempio prendersi in braccio a vicenda. Il gioco si è concluso con una grande caduta e tante risate. 
La caduta era una delle possibili opzioni ma, cosa sarebbe successo se la placca si fosse avvicinata di più al sole, e perciò la coperta si fosse ristretta ancora di più? Alcune persone sarebbero cadute perché non ci sarebbe stato lo spazio fisico per loro. Ecco un buon esempio per immedesimarsi e partire dalla sensazione che uno prova quando si sente escluso, essendo spesso una delle motivazioni per la nascita di un conflitto.  
Nelle successive ore di formazione ci siamo concentrati su esercizi che prevedevano un conflitto e la risoluzione di esso, che comportavano lavori in gruppo svolti in inglese cosicché tutti potessero capire e seguire senza bisogno di una traduzione.
 Ai ragazzi sono stati distribuiti in totale 6 fogli tradotti in italiano, che presentavano o situazioni a cui essi dovevano reagire prima individualmente e poi in discussione con il proprio gruppo e gli altri, oppure spiegazioni come quelle delle 5 fasi per la risoluzione della lite, dei compiti e doveri del mediatore e dell’io-messaggio. 
Dopo la formazione abbiamo partecipato di una grigliata insieme ai professori della scuola di Betzdorf e alcuni alunni tedeschi. Il menù prevedeva würstel e alcuni contorni preparati dai professori della scuola tra cui insalata di patate paste fredde e insalata di crauti. È stato un bel momento da vivere tutti insieme che ci ha permesso di conoscere meglio noi stessi e il contesto della scuola tedesca anche grazie alle conversazioni intrattenute con i ragazzi tedeschi. 
Successivamente abbiamo avuto un momento di svago nella palestra della scuola dove abbiamo potuto sperimentare diverse discipline. Questo è servito a molti per riavvicinarsi allo sport che amano e ci ha aiutato a creare un legame più forte tra di noi e con i ragazzi tedeschi che hanno giocato con noi. 








Ines Vellani, Matteo Terzilli, Greta Mantovani 

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